Per la terza volta dalla sua fondazione nel 2011, A+B Gallery di Brescia espone le opere dell’artista tedesco Max Frintrop (Oberhausen, 1982). Allievo di Albert Oehlen all’Accademia di Belle Arti di Düsseldorf, Frintrop sviluppa l’insegnamento del maestro per elaborare un personale approccio alla pittura e all’astrazione, fatto di studio e continua sperimentazione.

Mad Max, Exhibition View, A+B Gallery, Photo Petrò Gilberti
Mad Max, Exhibition View, A+B Gallery, Photo Petrò Gilberti

LA MOSTRA DI MAX FRINTROP A BRESCIA

Il titolo della rassegna, Mad Max, è un gioco di parole fra il nome dell’artista e l’omonima saga di film d’azione. Dopotutto, le grandi tele con cui Frintrop irrompe sulle pareti della galleria bresciana sono impeti di colore, iridescenti “follie” che camminano sul confine che separa l’ordine e il caos. A ben guardare, tra le vaste e liquide pennellate dell’artista, la sua matrice strutturalista si rivela nel dettaglio della griglia, non certo casuale, o nell’indagine di forme ricorrenti e che non mancano di dialogare con lo spazio espositivo (è il caso delle forme sinuose che tornano nel fregio affrescato di uno degli ambienti della galleria).

Mad Max, Exhibition View, A+B Gallery, Photo Petrò Gilberti
Mad Max, Exhibition View, A+B Gallery, Photo Petrò Gilberti

LA PITTURA DI MAX FRINTROP

La mostra ha il pregio di esplicitare il processo creativo di Frintrop, esponendo anche dodici dipinti su carta che l’artista tedesco utilizza per sperimentare il comportamento del colore e della pittura, prima di affrontare la sfida della tela. Emerge, ancora una volta, lo studium di Frintrop. Così come la sua vicinanza alla lezione americana dell’action painting, troppo spesso accusata di contingenza, anche quando i contributi del caso sono assunti a scelte della produzione pittorica. Forse aveva ragione Umberto Eco quando, ormai più di cinquant’anni fa, scriveva: “L’essenziale dell’operazione formatrice non sta tanto nel fare qualcosa, quanto nello scegliere ciò che si è fatto.

Alberto Villa